Ispirandoci al Dracula di Stoker abbiamo immaginato e, come in questo caso, anche illustrato le nostre storie (vedi disegni a fondo pagina), scegliendo il diario come struttura narrativa.
Scrittura originale
‘’Non c’è castello, contrada, rupe scoscesa o baia solitaria senza una storia di fantasmi cattivi o buoni ma infelici’’.
Montechiarugolo, 15 Maggio 1740
Mi ritrovo in un posto sperduto, lontano da casa mia, in un paese che non ho mai visto. C’è buio, non si vede a un palmo dal naso per la nebbia troppo fitta. Arrivo davanti alla porta. Picchio il battaglio. Ripicchio perché nessuno mi dà risposta. Ad un tratto sento dei passi sordi che si disperdono nel vuoto. Un uomo anziano mi apre la porta. Non ha la barba, è scarno, molto magro ed è alto circa 1.85m. Indossa giacca, pantaloni, scarpe e papillon neri, sotto ha una leggera camicia bianca. Ha un’ aria strana e la sua voce è roca. Mi guarda e dice: ‘’Prego? Lei chi è?’’ gli ho dato la lettera della ‘’Gazzetta di Parma’’il giornale per cui lavoro. La prende in mano, scorre gli occhi sul foglio e dice:
‘’ Entri pure, lasci i bagagli qui. Le vado a chiamare il padrone. Mi aspetti.’’
Il maggiordomo si allontana escompare nell’oscurità del corridoio senza fine che mi trovo davanti. Dopo qualche istante arriva il padrone accompagnato dal maggiordomo. ‘’Salve, io sono il Conte, mio nonno era un lontano cugino del Duca di Parma, mi hanno affidato il compito di sorvegliare il castello fino alla mia morte. Lei deve essere l’inviato della ‘’Gazzetta di Parma’’ non è vero?’’‘’Si, molto piacere, mi hanno inviato per scrivere un articolo sulla leggenda della Fata Bema. Io non credo a queste cose, credo che sia pura fantasia, ma non potevo fare altrimenti.’’‘’ Mi dispiace molto doverglielo dire, ma io domattina parto. È mia tradizione andarmene durante la settimana in cui compare lo spirito di quella povera ragazza. Ora le farò visitare il castello,in modo che nei prossimi giorni, quando non ci sarà il mio maggiordomo, lei si sappia orientare.’’Entro nelle diverse stanze: cucina, salotti, bagni, camere, infine nel sotterraneo.
Il Conte mi ha fatto vedere persino ilsotterraneo da dove la Fata Bema ogni 15 maggio esce e fa visita alle giovani sposine rimaste pure e caste fino al matrimonio. Questo è quello che mi ha spiegato mentre facevamo il giro del castello. Alla fine dell’ispezione, il padrone mi ha accompagnato nella mia stanza. Il maggiordomo mi ha portato la colazione, anche se sono le due del mattino e mi ha riferito che il padrone se ne sarebbe andato molto presto il mattino seguente.
Montechiarugolo, 15 Maggio 1740
Mi ritrovo in un posto sperduto, lontano da casa mia, in un paese che non ho mai visto. C’è buio, non si vede a un palmo dal naso per la nebbia troppo fitta. Arrivo davanti alla porta. Picchio il battaglio. Ripicchio perché nessuno mi dà risposta. Ad un tratto sento dei passi sordi che si disperdono nel vuoto. Un uomo anziano mi apre la porta. Non ha la barba, è scarno, molto magro ed è alto circa 1.85m. Indossa giacca, pantaloni, scarpe e papillon neri, sotto ha una leggera camicia bianca. Ha un’ aria strana e la sua voce è roca. Mi guarda e dice: ‘’Prego? Lei chi è?’’ gli ho dato la lettera della ‘’Gazzetta di Parma’’il giornale per cui lavoro. La prende in mano, scorre gli occhi sul foglio e dice:
‘’ Entri pure, lasci i bagagli qui. Le vado a chiamare il padrone. Mi aspetti.’’
Il maggiordomo si allontana escompare nell’oscurità del corridoio senza fine che mi trovo davanti. Dopo qualche istante arriva il padrone accompagnato dal maggiordomo. ‘’Salve, io sono il Conte, mio nonno era un lontano cugino del Duca di Parma, mi hanno affidato il compito di sorvegliare il castello fino alla mia morte. Lei deve essere l’inviato della ‘’Gazzetta di Parma’’ non è vero?’’‘’Si, molto piacere, mi hanno inviato per scrivere un articolo sulla leggenda della Fata Bema. Io non credo a queste cose, credo che sia pura fantasia, ma non potevo fare altrimenti.’’‘’ Mi dispiace molto doverglielo dire, ma io domattina parto. È mia tradizione andarmene durante la settimana in cui compare lo spirito di quella povera ragazza. Ora le farò visitare il castello,in modo che nei prossimi giorni, quando non ci sarà il mio maggiordomo, lei si sappia orientare.’’Entro nelle diverse stanze: cucina, salotti, bagni, camere, infine nel sotterraneo.
Il Conte mi ha fatto vedere persino ilsotterraneo da dove la Fata Bema ogni 15 maggio esce e fa visita alle giovani sposine rimaste pure e caste fino al matrimonio. Questo è quello che mi ha spiegato mentre facevamo il giro del castello. Alla fine dell’ispezione, il padrone mi ha accompagnato nella mia stanza. Il maggiordomo mi ha portato la colazione, anche se sono le due del mattino e mi ha riferito che il padrone se ne sarebbe andato molto presto il mattino seguente.
Montechiarugolo, 16 Maggio 1740
Come mi aveva anticipato il maggiordomo ieri sera, il padrone se n’è già andato. Probabilmente è partito qualche ora fa, mi sembrava di aver sentito alcuni rumori. Facendo un giro per il paese cerco di trovare alcune informazioni sul fantasma, anche nella biblioteca comunale. Mi informo sulla storia di Parma durante il periodo della seconda metà del 1500 e inizio 1600. Scartabellando tra i vari fogli che ho trovato ho letto bene la storia della Fata Bema. Era una ragazza nata a Cernobbio, in provincia di Como, aveva nobili origini, ma quando era ancora molto giovane la sua famiglia cadde in disgrazia. Bema iniziò a studiare la divinazione e presto divenne un’infallibile indovina. Ella giunge a Montechiarugolo in una giornata di maggio del 1593, subito la ragazza riceve l’appoggio del Duca di Parma, Ranuccio I. Dal timore di rimanere vittima delle magie di Bema, Ranuccio la rinchiude nella prigione della Rocchetta. Rientrata a Montechiarugolo, Bema viene assunta alla corte dei Torelli, altra famiglia importante per la storia di Parma, come domestica. La fanciulla e Pio Torelli, figlio di Pomponio e di Isabella Bonelli, si innamorarono. Bema, sapendo che era un amore impossibile, rifiuta Pio. Il 19 Maggio 1612 si assiste alla decapitazione di alcuni arrestati, puniti per aver congiurato contro il potere, tra questi c’è Pio Torelli. Bema, disperata per la morte del suo amato, si rifugia in una piccola casa nei pressi del castello, occupandosi dei piu poveri, dei bisognosi e delle giovani donne vicino al matrimonio. Secondo la leggenda, Bema ogni 19 Maggio, verso la mezzanotte esce dai sotterranei e si spinge sulle mura, in direzione di Parma, ad attendere il ritorno del suo amato Pio Torelli.
Prima, durante la cena, mi sono fatto spiegare un po’ dal maggiordomo la storia della Fata e del castello. Appena finito di cenare il maggiordomo mi disse: ‘’ Mi segua. Ma, mi raccomando, assoluto silenzio! Non dovrei farlo senza il permesso del mio padrone. ’’Io e il maggiordomo ci avviammo nei sotterranei e ci spingemmo più in la rispetto dove il padrone mi condusse alla sera prima. Si sentivano strani rumori, come fossero voci. Il maggiordomo disse: ‘’ Sente questi strani mugolii?’’ ‘’Si’’ ‘’ È Bema che pian piano si sta risvegliando per aspettare il suo Pio come da secoli fa e farà’’.
Ascoltai attentamente e parevano proprio lamenti di una giovane donna presa da angoscia e tristezza. Arrivammo fino ad una specie di santuario sotterraneo. C’erano candele, abiti e una spada sporca di sangue. La spada era quella con cui avevano ucciso Pio Torelli, è stata messa nella tomba di Bema in modo che potesse ricordarsi sempre di lui anche dopo la sua morte. Infatti, quella specie di santuario era la tomba di Bema. Il maggiordomo versò una lacrima di pietà per quella povera ragazza, si girò facendomi un cenno con la mano di andare, ce ne andammo. Accompagnatomi nella mia stanza, se ne andò a letto.
Come mi aveva anticipato il maggiordomo ieri sera, il padrone se n’è già andato. Probabilmente è partito qualche ora fa, mi sembrava di aver sentito alcuni rumori. Facendo un giro per il paese cerco di trovare alcune informazioni sul fantasma, anche nella biblioteca comunale. Mi informo sulla storia di Parma durante il periodo della seconda metà del 1500 e inizio 1600. Scartabellando tra i vari fogli che ho trovato ho letto bene la storia della Fata Bema. Era una ragazza nata a Cernobbio, in provincia di Como, aveva nobili origini, ma quando era ancora molto giovane la sua famiglia cadde in disgrazia. Bema iniziò a studiare la divinazione e presto divenne un’infallibile indovina. Ella giunge a Montechiarugolo in una giornata di maggio del 1593, subito la ragazza riceve l’appoggio del Duca di Parma, Ranuccio I. Dal timore di rimanere vittima delle magie di Bema, Ranuccio la rinchiude nella prigione della Rocchetta. Rientrata a Montechiarugolo, Bema viene assunta alla corte dei Torelli, altra famiglia importante per la storia di Parma, come domestica. La fanciulla e Pio Torelli, figlio di Pomponio e di Isabella Bonelli, si innamorarono. Bema, sapendo che era un amore impossibile, rifiuta Pio. Il 19 Maggio 1612 si assiste alla decapitazione di alcuni arrestati, puniti per aver congiurato contro il potere, tra questi c’è Pio Torelli. Bema, disperata per la morte del suo amato, si rifugia in una piccola casa nei pressi del castello, occupandosi dei piu poveri, dei bisognosi e delle giovani donne vicino al matrimonio. Secondo la leggenda, Bema ogni 19 Maggio, verso la mezzanotte esce dai sotterranei e si spinge sulle mura, in direzione di Parma, ad attendere il ritorno del suo amato Pio Torelli.
Prima, durante la cena, mi sono fatto spiegare un po’ dal maggiordomo la storia della Fata e del castello. Appena finito di cenare il maggiordomo mi disse: ‘’ Mi segua. Ma, mi raccomando, assoluto silenzio! Non dovrei farlo senza il permesso del mio padrone. ’’Io e il maggiordomo ci avviammo nei sotterranei e ci spingemmo più in la rispetto dove il padrone mi condusse alla sera prima. Si sentivano strani rumori, come fossero voci. Il maggiordomo disse: ‘’ Sente questi strani mugolii?’’ ‘’Si’’ ‘’ È Bema che pian piano si sta risvegliando per aspettare il suo Pio come da secoli fa e farà’’.
Ascoltai attentamente e parevano proprio lamenti di una giovane donna presa da angoscia e tristezza. Arrivammo fino ad una specie di santuario sotterraneo. C’erano candele, abiti e una spada sporca di sangue. La spada era quella con cui avevano ucciso Pio Torelli, è stata messa nella tomba di Bema in modo che potesse ricordarsi sempre di lui anche dopo la sua morte. Infatti, quella specie di santuario era la tomba di Bema. Il maggiordomo versò una lacrima di pietà per quella povera ragazza, si girò facendomi un cenno con la mano di andare, ce ne andammo. Accompagnatomi nella mia stanza, se ne andò a letto.
Montechiarugolo, 17 Maggio 1740
Questa mattina mi trovavo nel sotterraneo mentre il maggiordomo se ne era andato a sbrigare alcune faccende del suo padrone e sentivo ancora i lamenti di quella povera donna che tra pochi giorni sarebbe uscita secondo la leggenda. Ho fatto un giro anche nelle carceri del castello, ma non ho trovato niente di interessante.
Però ho scoperto che questo castello è stato trovato pochi decenni fa e sotto al cadavere della Bema nel sotterraneo c’era un foglietto con scritto: ’’Chi disgrazia non vuole, non la sposti dal suo letto’’. Ciò voleva dire di non spostarla altrimenti sarebbero successe catastrofi.
Infatti quando tentavano di spostare il corpo si verificavano sempre terremoti, alluvioni e altri naturali catastrofi. Mi diressi al piano terra prima che ritornasse il maggiordomo. Rientrato, preparato il pranzo, come il solito si è ritirato nella sua stanza a meditare. Mi misi a fare uno schizzo del mio articolo che dovrò consegnare alla Gazzetta al mio ritorno in ufficio.
Non credo agli spiriti, ma ogni giorno che passa inizio a convincermi sempre più che possa davvero sbucare dal nulla questo fantasma.
Questa mattina mi trovavo nel sotterraneo mentre il maggiordomo se ne era andato a sbrigare alcune faccende del suo padrone e sentivo ancora i lamenti di quella povera donna che tra pochi giorni sarebbe uscita secondo la leggenda. Ho fatto un giro anche nelle carceri del castello, ma non ho trovato niente di interessante.
Però ho scoperto che questo castello è stato trovato pochi decenni fa e sotto al cadavere della Bema nel sotterraneo c’era un foglietto con scritto: ’’Chi disgrazia non vuole, non la sposti dal suo letto’’. Ciò voleva dire di non spostarla altrimenti sarebbero successe catastrofi.
Infatti quando tentavano di spostare il corpo si verificavano sempre terremoti, alluvioni e altri naturali catastrofi. Mi diressi al piano terra prima che ritornasse il maggiordomo. Rientrato, preparato il pranzo, come il solito si è ritirato nella sua stanza a meditare. Mi misi a fare uno schizzo del mio articolo che dovrò consegnare alla Gazzetta al mio ritorno in ufficio.
Non credo agli spiriti, ma ogni giorno che passa inizio a convincermi sempre più che possa davvero sbucare dal nulla questo fantasma.
Montechiarugolo, 18 Maggio 1740
Domani è il grande giorno, finalmente domani riuscirò a vedere con i miei stessi occhi un fantasma vero, sempre che la leggenda dica la verità. Questa mattina mi sono fatto spiegare bene dove erano i luoghi dell’apparizione dello spirito. Domani mi posizionerò in un posto poco visibile in modo che riesca a fare anche un filmino da portare in ufficio per farlo vedere ai miei colleghi. Ho passato tutto il giorno a escogitare un piano.
Mi nasconderò dietro al muro del corridoio che collega il sotterraneo con le mura rivolte verso Parma, dove Bema è solita aspettare il suo Pio. Il maggiordomo di solito si ritira presto alla sera per meditare, ma domani mi ha promesso che mi aiuterà nel mio intento. Domani mattina mi farà vedere tutto il tratto che lo spirito fa abitualmente ogni anno.
Domani è il grande giorno, finalmente domani riuscirò a vedere con i miei stessi occhi un fantasma vero, sempre che la leggenda dica la verità. Questa mattina mi sono fatto spiegare bene dove erano i luoghi dell’apparizione dello spirito. Domani mi posizionerò in un posto poco visibile in modo che riesca a fare anche un filmino da portare in ufficio per farlo vedere ai miei colleghi. Ho passato tutto il giorno a escogitare un piano.
Mi nasconderò dietro al muro del corridoio che collega il sotterraneo con le mura rivolte verso Parma, dove Bema è solita aspettare il suo Pio. Il maggiordomo di solito si ritira presto alla sera per meditare, ma domani mi ha promesso che mi aiuterà nel mio intento. Domani mattina mi farà vedere tutto il tratto che lo spirito fa abitualmente ogni anno.
Montechiarugolo, 19 Maggio 1740
Sembra una pazzia, sembra una favola, sembra un libro di fantasia. Il fantasma esiste e non riesco ancora a crederci, sono rimasto senza parole quando, dal fondo del corridoio, ho sentito alcuni lamenti, pensavo, ero convinto, che fosse il maggiordomo che voleva farmi uno scherzo. Invece no. Mi sbagliavo. Era Bema. Anche se morta anziana, il suo aspetto da fantasma era giovane, bella, carina ma triste per la mortedell’amato. Avevo in mano la videocamera. Adesso riguardando il video non si vede nulla, solamente un po’ sfocato dove passava e si sentono le voci, i suoi lamenti. È uscita dal sotterraneo. Lei non passava attraverso i muri come fanno solitamente tutti i fantasmi. Ripercorreva ogni centimetro del corridoio fino a giungere ad una piccola porticina. Io e il maggiordomo vi eravamo dietro, abbiamo visto tutta la scena. Senza fare rumore l’abbiamo seguita fino alla porta poi Bema l’ha aperta ed è uscita. Il vento le scompigliava i lunghi capelli biondi. Era una ragazza bellissima, giovane che aveva tanto amore da dare. Lei avrebbe amato per tutta la vita il giovane Pio e lui avrebbe ricambiato.
Guardando verso il Duomo, aspettava fissando le stelle, il cielo illuminato da una grande luna piena. La luna le illuminava il volto e la sua bellezza si rispecchiava nelle gocce d’acqua che stavano scendendo dal cielo oscurato pian piano dalle nuvole. Stava per piovere. Un grande lampo accompagnato dal tuono, fece scoppiare la ragazza in lacrime.
Anche noi ci siamo commossi, quella scena era una cosa stupenda, sembrava un’opera teatrale di Shakespeare, ti catturava e ti faceva piangere il cuore. Ad un tratto, tutta bagnata, si asciugò inutilmente le lacrime, si girò e a testa bassa, guardando il pavimento, ci
passò davanti e sussurrò guardandomi: ‘’ Mi manca, lo amavo tanto’’.
Sono rimasto sconvolto. Il maggiordomo, con tutti gli anni che aveva abitato con il padrone nel castello, mi ha confessato di non aver visto niente di così emozionante. Non gli era mai capitato. Ci siamo seduti cinque minuti per terra per riprenderci da quello che abbiamo visto. Dopo esserci alzati, siamo andati in cucina. Il maggiordomo ha preparato un tè, l’abbiamo bevuto ancora sconvolti da ciò che era accaduto e siamo ritornati nelle nostre stanze. Una cosa incredibile.
Sembra una pazzia, sembra una favola, sembra un libro di fantasia. Il fantasma esiste e non riesco ancora a crederci, sono rimasto senza parole quando, dal fondo del corridoio, ho sentito alcuni lamenti, pensavo, ero convinto, che fosse il maggiordomo che voleva farmi uno scherzo. Invece no. Mi sbagliavo. Era Bema. Anche se morta anziana, il suo aspetto da fantasma era giovane, bella, carina ma triste per la mortedell’amato. Avevo in mano la videocamera. Adesso riguardando il video non si vede nulla, solamente un po’ sfocato dove passava e si sentono le voci, i suoi lamenti. È uscita dal sotterraneo. Lei non passava attraverso i muri come fanno solitamente tutti i fantasmi. Ripercorreva ogni centimetro del corridoio fino a giungere ad una piccola porticina. Io e il maggiordomo vi eravamo dietro, abbiamo visto tutta la scena. Senza fare rumore l’abbiamo seguita fino alla porta poi Bema l’ha aperta ed è uscita. Il vento le scompigliava i lunghi capelli biondi. Era una ragazza bellissima, giovane che aveva tanto amore da dare. Lei avrebbe amato per tutta la vita il giovane Pio e lui avrebbe ricambiato.
Guardando verso il Duomo, aspettava fissando le stelle, il cielo illuminato da una grande luna piena. La luna le illuminava il volto e la sua bellezza si rispecchiava nelle gocce d’acqua che stavano scendendo dal cielo oscurato pian piano dalle nuvole. Stava per piovere. Un grande lampo accompagnato dal tuono, fece scoppiare la ragazza in lacrime.
Anche noi ci siamo commossi, quella scena era una cosa stupenda, sembrava un’opera teatrale di Shakespeare, ti catturava e ti faceva piangere il cuore. Ad un tratto, tutta bagnata, si asciugò inutilmente le lacrime, si girò e a testa bassa, guardando il pavimento, ci
passò davanti e sussurrò guardandomi: ‘’ Mi manca, lo amavo tanto’’.
Sono rimasto sconvolto. Il maggiordomo, con tutti gli anni che aveva abitato con il padrone nel castello, mi ha confessato di non aver visto niente di così emozionante. Non gli era mai capitato. Ci siamo seduti cinque minuti per terra per riprenderci da quello che abbiamo visto. Dopo esserci alzati, siamo andati in cucina. Il maggiordomo ha preparato un tè, l’abbiamo bevuto ancora sconvolti da ciò che era accaduto e siamo ritornati nelle nostre stanze. Una cosa incredibile.
Montechiarugolo, 20 Maggio 1740
Oggi credo che lavorerò tutto il giorno sul mio articolo. Sono ancora sconvolto da ieri sera, infatti stanotte non ho dormito. Non riuscivo a chiudere occhio. Non credevo ai miei occhi, ho visto per la prima e l’ultima volta un fantasma vero. Mi piacerebbe scrivere un libro su questa settimana. È stata la settimana di lavoro più avventurosa di tutta la mia vita. Quando lo racconterò a casa e al lavoro non ci crederà nessuno. Tutti penseranno che sia pazzo, ma un giorno vedranno che sarà tutto vero. Domani mattina parto e ritorno a Parma. Spero che il padrone domani faccia rientro prima che arrivi la mia carrozza. Ora preparo i bagagli e mi godo gli ultimi attimi dentro questo angolo di paradiso.
Oggi credo che lavorerò tutto il giorno sul mio articolo. Sono ancora sconvolto da ieri sera, infatti stanotte non ho dormito. Non riuscivo a chiudere occhio. Non credevo ai miei occhi, ho visto per la prima e l’ultima volta un fantasma vero. Mi piacerebbe scrivere un libro su questa settimana. È stata la settimana di lavoro più avventurosa di tutta la mia vita. Quando lo racconterò a casa e al lavoro non ci crederà nessuno. Tutti penseranno che sia pazzo, ma un giorno vedranno che sarà tutto vero. Domani mattina parto e ritorno a Parma. Spero che il padrone domani faccia rientro prima che arrivi la mia carrozza. Ora preparo i bagagli e mi godo gli ultimi attimi dentro questo angolo di paradiso.